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La transizione Planetaria

La transizione Planetaria

Che le cose non fossero come sembrasse lo avevo intuito già da piccolo. Anni più tardi, nelle decadi dei 70 e 80 mi resi conto che stava accadendo qualcosa, che il mondo dovesse cambiare e stesse per cambiare. Sinceramente non avrei mai pensato, allora, che nel XXI secolo mi sarei trovato nell’occhio di un ciclone spirituale, per giunta in uno dei paesi che avrebbero dato maggiore impulso al profondo cambiamento in atto, il Brasile.
Visitai per la prima volta questa terra venticinque anni fa, in un viaggio solitario, e mi parve curiosamente di essere tornato a casa. Dieci anni più tardi ci venni a vivere la maggior parte del mio tempo. Qui, nell’ultimo decennio, sono stato letteralmente travolto, molto al di là di ogni mia aspettativa, da un uragano di forze spirituali che mi hanno condotto nelle profondità di me stesso, della foresta amazzonica, della foresta atlantica, dei cuori degli uomini.
Il Brasile è letteralmente una fucina di medium, spiritualisti, curanderos, scuole spirituali, cerimonie di ogni genere. Si tratta di una vocazione storica, poiché qui confluirono, già dal XVI secolo, forze e fedi africane, europee, asiatiche e del profondo delle foreste autoctone. Qui si sono mescolati lo spiritismo francese, i culti africani, le piante di potere amazzoniche, la spiritualità cristiana, le antiche tradizioni nordiche, ma non basta. Quello che avviene sul piano fisico è niente al confronto del rimescolamento sul piano delle energie sottili, poiché qui si rincontrano anime provenienti dall’infinito passato di questo pianeta, di altre galassie e di mondi qui presenti, ma invisibili, poiché fatti della stessa materia nostra, ma con differenti frequenze vibratorie.
Parlo con schiettezza di queste cose come se fossero vere per la semplice ragione che ormai per me “sono” vere. La maggioranza dei brasiliani non nutre troppi dubbi sulla presenza di mondi sotterranei, sull’esistenza degli spiriti, sulla realtà di diversi piani di esistenza, sul fatto che l’universo pulluli di vita e che gli alieni sono a un passo dal manifestarsi in massa. In Brasile ci sono alcune cittadine dove c’è un medium ogni due abitanti. La medianità è un fatto normalmente accettato e sono numerosi i gruppi che si riuniscono settimanalmente, spesso più volte la settimana, per cure e massaggi spirituali, chirurgie spirituali, dialoghi con gli spiriti, sessioni di psicografia, ruote di medicina e danze di trance e una quantità di altre pratiche psicospirituali dove è facilissimo trovare professionisti e avvocati, militari e piloti di aviazione. Gli stessi militari brasiliani, così come le università, hanno molte meno difficoltà degli europei ad ammettere la presenza aliena e la possibilità di un imminente contatto.
In tutto questo si inserisce un profondo interesse, ormai già da una quindicina d’anni e oltre, per le culture ancestrali delle foreste, gli indios. Si sono creati gruppi e movimenti, oggi anche molto numerosi, che stanno rivalorizzando molto seriamente le culture native, talvolta legate a piante di potere come l’Ayahuasca.
L’ho detto: un uragano. Mi ci sono trovato nel mezzo e ne sono diventato parte attiva. Il Brasile è un mondo totalmente diverso da quello europeo. Parte del mio lavoro ha proprio l’obbiettivo di trasmettere queste conoscenze dal Brasile all’Europa. È un lavoro difficilissimo e delicato, ma non saprei come fare altrimenti per due semplici ragioni. Ovvero sono legato ad ambedue i mondi ed è del tutto fisiologico, una naturale evoluzione del proprio lavoro di ricerca culturale e spirituale, a un certo punto voler trasmettere le cose ad altri.
Un forte cambiamento è in atto. Vogliamo partecipare attivamente.
È così che ho avuto la fortuna di varare, con la mia compagna, un progetto estremamente articolato che coinvolge solidarietà, ricerca spirituale, relazioni con culture native, attività olistiche, viaggi e arte.
Ciò che stiamo vivendo è inimmaginabile, oltre ogni aspettativa, e difficile da trasmettere, ma questo è il nostro impegno.
Sul piano pratico la nostra attività si svolge ospitando ricercatori spirituali e maestri nella nostra sede di Rio de Janeiro, nel partecipare settimanalmente a rituali indigeni diversi, nel dare ospitalità a maestri, ricercatori, sciamani provenienti da Brasile e Amazzonia, Siberia, Messico, India, USA e Perù. Inoltre sosteniamo curanderos con i nostri canti e i nostri tamburi, organizziamo viaggi di ricerca spirituale in Brasile, in India e prossimamente in Egitto, portiamo maestri e curanderos per seminari e cerimonie in Italia, dove anche noi teniamo incontri e seminari.

Filosofia del progetto

Al di là degli aspetti tecnici, dell’utilizzo del tamburo e di altri supporti comunicativi, ciò che è importante è in realtà l’aspetto etico-filosofico della nostra proposta.
Nelle nostre attività sono presenti componenti fortemente intuitive, sensitive, esperienziali, di improvvisazione. Nel corso dei decenni abbiamo acquisito diverse tecniche in diversi settori, ma continuiamo ad agire sulla base dell’istinto del sentire.
Proprio per tale ragione le culture indigene ci hanno particolarmente coinvolto. Ciò che è importante delle culture ancestrali, pur essendovi una buona dose di tecnica, è in realtà il cuore. La comunicazione indigena è irrazionale, metaforica, istintiva, simbolica, circolare, aperta.
Le cose importanti per le culture naturali sono gli sguardi, gli abbracci, il sentire a livello di pelle e di sensazioni corporee.
E proprio qui sta il punto. La cultura occidentale odierna (anche se il processo è iniziato duemila anni fa ed è stato successivamente potenziato da Cartesio e dall’illuminismo) è un coacervo di tecnica, razionalità, potere, freddezza, competizione.
Per dirla proprio tutta, il sistema dominante non è nemmeno più così interessante e francamente non crediamo possa sopravvivere a lungo. L’occidente è sommerso da macchine, da tecniche, da specializzazioni, da parole, parole, parole e ancora parole.
L’unica maniera per uscirne è la strada del cuore. Potremmo dire, come quella del Sacro Cuore che Gesù tiene in mano in alcune raffigurazioni. Portare fuori il Cuore, questa è l’unica via. Paradossalmente sono molto più vicini a questa concezione gli indios che non i cattolici occidentali.
Siamo a una svolta epocale. Il mondo sta cambiando radicalmente, e mentre da una parte siamo totalmente al buio, dall’altra arriva la luce. Sono luci che giungono dall’oriente, dai deserti e dalle foreste. Le popolazioni indigene hanno resistito secoli per ragioni precise. Oggi è giunto il momento della resa dei conti. Così non si può andare avanti.
Per fortuna sta avvenendo in molte parti del mondo proprio questo. Popoli tecnologici e delle foreste si stanno avvicinando e questo porterà a una nuova era, dove emisfero destro ed emisfero sinistro saranno in equilibrio. Insieme possiamo essere invincibili. Ne parlano numerose profezie, tutte convergenti.
Quello che intendiamo trasmettere con il nostro progetto è la visione ancestrale profonda che vede il mondo come un’opera d’arte divina, infinita e circolare, piena di significato, anche se comprensibile solo parzialmente per una mente umana. Un mondo condiviso dove l’energia del singolo si moltiplica in quella del gruppo, e viene potenziata dall’aiuto degli elementi naturali, degli animali, della natura, delle stelle, del sole e della luna, della terra.
Tale trasmissione non può che avvenire da cuore a cuore, da anima ad anima, con sguardi, suoni, odori, sensazioni. Non è necessaria alcuna tecnica particolare, solo l’amore, così come le usanze ancestrali di sedersi in gruppo, in circolo, di onorare gli antenati, di ringraziare la terra, le madri, le piante, l’intero universo.
Trasmettere tutto questo è il lavoro che ci prefiggiamo di fare. Siamo grati a quanto ci hanno trasmesso maestri indiani e sciamani indigeni in anni di convivenza e collaborazione.
Le tecniche sono solo espedienti. Diventare vasi vuoti, canali vuoti, attraverso cui far fluire l’energia dei maestri, è la strada.

Sincretismo psico-spirituale

La nostra scelta istintiva di operare sia su noi stessi che su altre persone con tecniche provenienti da diverse culture e tradizioni deriva da un’inclinazione personale alla curiosità e al desiderio di esplorazione, legate alla passione per il viaggio.
La ricerca spirituale è essa stessa un viaggio sia interiore che esteriore, poiché prevede una discesa nell’anima e nello spirito, ma anche un’esplorazione di luoghi, gruppi umani, esperienze.
Ma tale inclinazione al sincretismo ha anche una base pratica e razionale. L’uomo occidentale di oggi, trovandosi al termine di un ciclo socioculturale nel quale ha avuto contatti con innumerevoli culture diverse e trovandosi anche di fronte a un futuro nel quale la cultura sarà planetaria, può trarre beneficio concreto dall’utilizzo di diverse tradizioni e tecnologie spirituali.
Nel nostro complesso insieme, costituito da corpo, mente, emozioni, anima e spirito, è registrata la memoria di diversi modi di essere. Siamo tecnologici e intellettuali, spirituali e animici, emozionali e razionali, e non è che il cervello rettiliano non esista più nelle nostre profondità. Nemmeno il cervello da primate e la corteccia da uomo paleolitico sono scomparsi.
Mentre da una parte ci stiamo rivolgendo alle stelle, dall’altra ci rivolgiamo alla terra. Per tali ragioni l’istinto a utilizzare il tamburo, che scatena forze ctonie ed energie primitive, insieme a forme di meditazione più eteriche, che fanno uso dell’aria con la respirazione, ci sembra abbia una motivazione precisa. Ci permette di processare e sviluppare sia le forze provenienti dal basso che quelle provenienti dall’alto. Il tamburo lavora con gli elementi terra e fuoco e con gli animali, le piante, gli elementi naturali visibili, la forza della foresta e contribuisce a mettere radici. Le meditazioni, perlopiù orientali e dinamiche, lavorano sugli elementi aria e acqua e sul complesso corpo-spirito-ghiandole collegandolo a energie provenienti dall’alto ed elevando le energie presenti nel corpo verso l’alto.
L’insieme di queste procedure entrambe sacre e naturali, abbiamo sperimentato che contribuisce a uno sviluppo armonico di corpo, mente, spirito, emozioni, e delle relazioni sia con elementi concreti della vita quotidiana sia con elementi del mondo invisibile altrettanto importanti.
Ambedue le pratiche sono legate al ritmo e alla ciclicità, ambedue scatenano forse sopite.
Di fatto sono due strumenti complementari per un viaggio attraverso diversi stati di coscienza, dove si ha la possibilità di vedere cose diverse, ma anche di curare ed essere curati, senza necessariamente capire razionalmente cosa stia accadendo.
Il tamburo, tra le altre cose, è considerato dagli sciamani un cavallo per esplorare altri mondi, il respiro e la meditazione sono per gli orientali il contatto con l’anima. Sono strumenti per la liberazione, strumenti utili per accedere al mondo di libertà che abbiamo il diritto di vivere.